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Perchè Syracusae

Syracusae (-arum) era il nome latino di Siracusa. La forma plurale si deve al fatto che, come descritto da Cicerone nella sua memorabile orazione contro Verre, la città era tanto grande da potersi di fatto considerare composta da cinque città: Ortigia, Acradina, Tiche, Neapoli ed Epipoli. Ancora oggi, benchè le dimensioni della città non siano più quelle dell'epoca del tiranno greco Dionigi o di Cicerone, le cinque parti sopra indicate costituiscono i cinque quartieri storici in cui è divisa (che ad ogni Ferragosto si contendono il "Palio del Mare" in una regata su barche a quattro remi lungo il periplo di Ortigia).

Nulla rende l'idea della antica magnificenza di Siracusa meglio delle dirette parole del buon vecchio Cicerone, tanto "caro" agli studenti di tutti i tempi:
Urbem Syracusas maximam esse Graecorum, pulcherrimamque omnium saepe audistis. Est, iudices, ita, ur dicitur; nam et situ est cum munito, tum ex omni aditu, vel terra, vel mari preclaro ad aspectum; et portus habet proprie in aedificatione, adspectuque Urbis inclusos: qui cum diversos inter se aditus habeant, in exitu coniunguntur et confluunt. Eorum coniunctione pars oppidi, quae appellatur Insula, mari disiuncta angusto, ponte rursum adiungitur.



Ea tanta est Urbs, ut ex quatuor Urbibus maximis constare dicatur; quarum una est ea quam dixi Insula, quae duobus Portibus cincta, in utriusque Portus ostium aditumque proiecta est, in qua domus est, quae Regis Hieronis fuit, qua Praetores uti solent. In ea sunt aedes sacrae complures: sed duae quae longe caeteris antecellunt. Dianae una, et altera quae fuit ante istius adventum ornatissima, Minervae. In hac Insula estrema est fons aquae dulcis, cui nomen Arethusa est, incredibili magnitudine, plenussimus piscium, qui fluctu totus operiretur, nisi munitione, ac mole lapidum a mare disiunctus esset. 


Altera autem est Urbs Syracusis, cui nomen Acradina est: in qua forum maximum, pulcherrimae porticus, ornatissimum Pritaneum, amplissima est Curia, Templumque egregium Iovis Olimpii, caeteraeque Urbis partes una lata via perpetua, multisque transversis divisae, privatis aedificiis continentur.


Tertia est Urbs, quae, quod in ea parte Fortunae fanum antiquum fuit, Tvche nominata est: in qua et Gvmnasium amplissimum est, et complures a edes sacrae; coliturque ea pars et habitatur frequentissime.

Quarta autem est Urbs, quae, quia postrema aedificata est, Neapolis nominatur quam ad summam Theatrum est maximum: praeterea duo sunt Templa egregia, Cereris unum, alterum Liberae, signumque Apollinis qui Temenites vocatur, pulcherrimum et maximum.
Avete sempre sentito dire che la città di Siracusa sia la più grande e la più bella delle città greche. E', o giudici, proprio come dicono; ed infatti il sito è ben protetto ed è di aspetto magnifico da ogni lato, sia da terra, sia dal mare; ha due porti che si insinuano profondamente nell'abitato e che, benchè abbiano due distinte imboccature, si congiungono e confluiscono tra loro nella parte terminale.
Quella parte della città, chiamata Isola (n.d.t. Ortigia), che è separata dalla terraferma da uno stretto braccio di mare, in coincidenza con la congiunzione dei due porti è unita alla terraferma stessa da un ponte.

La Città è tanto grande che si può considerare composta da quattro città: una delle quali è la già citata Isola, che è delimitata dai due porti, e che si protende fino all'imboccatura di entrambi, dove sorge il palazzo che fu del re Ierone e che è utilizzato dai Pretori. In essa vi sono molteplici edifici sacri, ma soprattutto due che primeggiano su tutti gli altri. Uno è il tempio di Diana e l'altro, splendidamente adorno prima dell'arrivo di costui (Verre), il tempio di Minerva. All'estremità di tale Isola sgorga una sorgente di acqua dolce, chiamata Aretusa, di incredibile vastità, stracolma di pesci, che sarebbe ricoperta dalle onde del mare, se non fosse separata da questo da una vasta muraglia.

La seconda città che compone Siracusa è Acradina, in cui sorge un grandissimo foro, un bellissimo porticato, un sontuoso pritaneo, una curia vastissima, uno stupendo tempio di Giove Olimpico e tutte le altre parti della città, separate da una larga e lunghissima strada e da numerose traverse, che contengono gli edifici.


La terza parte della Città è quella chiamata Tiche, poichè in essa sorgeva anticamente un tempio della dea Fortuna: vi è un grandissimo Ginnasio e molti edifici sacri ed è coltivata ed abitata intensamente.

La quarta parte è quella denominata Neapolis (N.D.T.: città nuova), perchè edificata per ultima, sulla cui sommità sorge un grandissimo Teatro: vi sono inoltre due insigni templi, uno dedicato a Cerere e l'altro a Libera, ed una statua di Apollo, detto Temenite, bellissima e maestosa.
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